Olio, pepe, sale… “acqua minerale” aggiungerebbe qualcuno.
Ma scherzi a parte, ricordate i contenitori di olio, aceto, sale e pepe in foto?
Qualche tempo fa era normale trovarli sulle tavole di ristoranti, trattorie e pizzerie, ora, fortunatamente, è meno frequente. Ma ce ne sono ancora. E non pochi.
L’umiliazione dell’olio
Quelle oliere sono la rappresentazione plastica dell’umiliazione dell’olio, ridotto a comparsa al pari degli altri componenti dell’apparecchiatura della tavola. Come un tovagliolo o una forchetta.
Ma l’umiliazione non si limita a quello. Se l’olio in quelle ampolle fosse di buona qualità lo si potrebbe, forse, accettare. Si lascerebbe alla sensibilità e cultura del commensale dargli il ruolo che gli spetta durante un pasto.
Ma un olio conservato in quei contenitori non potrà mai essere di buona qualità e se anche lo fosse stato all’inizio, in poco tempo non ne sarebbe rimasto che il ricordo.
In quei vetri (o plastica!) trasparenti esposto alla luce, in costante contatto con l’ossigeno, non protetto dal calore, anche a un olio di qualità basta poco per deteriorarsi e, invece che arricchire le pietanze con i suoi aromi, le rovina con i suoi sapori ormai irranciditi.
Eppure le leggi a difesa dell’olio EVO sulle tavole degli esercizi pubblici ci sono, e non da ieri.
Cosa dice la legge
La LEGGE del 30 ottobre 2014, n. 161, all’articolo 18, comma ‘c’ recita:
«Gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici
esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti,
devono essere presentati in contenitori etichettati conformemente
alla normativa vigente, forniti di idoneo dispositivo di chiusura in
modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la
confezione sia aperta o alterata e provvisti di un sistema di
protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l’esaurimento del
contenuto originale indicato nell’etichetta»;
Quindi, per chiarire, la legge dice che sulle tavole dei pubblici esercizi devono essere presenti bottiglie etichettate e dotate di tappo antirabbocco.
Cosa possiamo fare noi
Se durante un pasto in un ristorante ci viene portato un set di quel tipo bisogna segnalare al ristoratore che non è a norma di legge e che rischiano multe salate.
Ma non è sufficiente. Se anche vi consegnassero una bottiglia a norma di legge, non sarebbe garanzia di avere a disposizione un olio non difettato.
Il formato della bottiglia è molto importante.
Mettiamo che vi venga consegnata una bottiglia con l’etichetta a norma, il nome del produttore, l’annata e la scadenza, magari una bottiglia da mezzo litro con dentro due dita di olio da chissà quanto tempo.
Avrete a disposizione un olio EVO di qualità? Quasi certamente no. Più le bottiglie sono grandi più rimangono aperte e più l’olio si degrada.
Sono sempre da preferire formati più piccoli, un 250 ml ad esempio o ancora meglio una 100 ml con un olio di qualità selezionato, da acquistare all’atto dell’ordinazione ed utilizzabile per tutto il pasto, portandosela poi a casa se non finita.
Questa soluzione, con pochi Euro di spesa in più, garantisce il più alto livello di qualità, arricchisce i vostri piatti con gli aromi tipici di un olio EVO, rappresenta una assoluta garanzia di igiene in quanto consegnata chiusa ma soprattutto restituisce all’olio EVO la dignità che gli spetta come protagonista del menu, dall’antipasto al dessert.
Facciamo la nostra parte per mandare in pensione quelle oliere, in modo che diventino solo il ricordo di qualcosa di bizzarro e incredibile, come quando si fumava nei cinema…